Chi conosce il campione di calcio Mario Ballotelli ricorderà che qualche stagione fa, al momento dell’esultanza per un goal, Mario si tolse la maglietta e sulla schiena mostrò dei particolari cerotti colorati. Sebbene si potesse di primo acchito pensare ad una stramberia dell’originale campione,in questo caso i cerotti non avevano una funzione estetica bensì curativa.
Si trattava infatti di cerotti per il taping neuromuscolare.
Cos’è il taping neuromuscolare
Il termine “taping” deriva dall’inglese “tape” che vuol dire, fra i vari significati, anche nastro adesivo. Il taping neuromuscolare (abbreviato spesso col suo acronimo TNM) è perciò una terapia che si basa proprio su dei nastri adesivi, o meglio dei cerotti che esercitano delle forti ma calibrate pressioni sulla muscolatura. L’utilità di questi strumenti è molteplice: oltre ad evitare o risolvere problemi muscolari, il taping trova ampio uso anche per le patologie delle articolazioni o posturali.
L’origine del taping risale alla precedente kinesiologia e proviene da molto lontano, dall’antico Giappone. In questa isola, ricca di antiche tradizioni ma proiettata verso il futuro, vennero elaborati questi originali cerotti che basano la loro efficacia su pressioni meccaniche calcolate con precisione sui bisogni precipui del singolo atleta. Il vantaggio dell’uso del taping neuromuscolare è che esso può essere sviluppato in svariatissimi modi. I cerotti infatti esercitano pressioni differenti, ce ne sono di più o meno forti (di solito si distinguono per il loro colore), inoltre (e qui sta l’ulteriore versatilità) possono essere ritagliati ad hoc per essere applicati nel modo migliore in ogni parte del corpo. Infatti è evidente come un cerotto ampio e quadrato (perfetto per proteggere i muscoli lombari) sarebbe completamente inadatto, od addirittura controproducente, se applicato su un muscolo bicipite o tricipite. In questi casi il terapeuta ritaglierà il cerotto seguendo come modello le linee naturali del corpo, in modo che il taping neuromuscolare aderisca perfettamente al muscolo da tutelare e sostenere.
Il taping neuromuscolare in dettaglio
La teoria terapeutica alla base del taping ha ipotizzato, e poi dimostrato empiricamente, che il cerotto agisce su due livelli, quello biomeccanico e quello neuromeccanico. Il recupero del paziente avviene in modo rapido grazie alla stimolazione del ricambio dei liquidi. Inoltre va evidenziato il coinvolgimento dei recettori nervosi di cui l’epidermide è ricchissima. Tali recettori vengono stimolati dal cerotto e portano dei segnali al sistema nervoso centrale, da cui ritornano altri segnali che provocano un utilissimo miglioramento della circolazione sanguigna e un generico rilassamento muscolare. Ciò rappresenta una vera panacea (e del tutto naturale!) per muscoli ed articolazioni.
Va ricordato che il taping neuromuscolare è, alla fine, un semplice cerotto e non possiede alcun principio attivo, nulla di simile ai classici farmaci insomma. Ciò rappresenta un vantaggio per chi soffre di particolari allergie ad alcune medicine, inoltre rende più semplice ed immediato l’uso del taping.
Breve storia del taping neuromuscolare
L’ideatore di questo metodo così innovativo fu un chiropratico giapponese di nome Kenzo Kase, che negli ormai lontani anni ’70 comprese quanto questi cerotti potevano coadiuvare un recupero tendineo e muscolare in seguito ad un infortunio causato spesso da un eccessivo stress sportivo/lavorativo. Come capita spesso, fu lo sport professionistico a stimolare un impegno di studio in questo ambito: pensate che il primo cerotto si chiamava, non a caso, “Athletic tape”.
Esso fu la base di partenza da cui si sviluppò poi il Kinesio Tex, molto più adatto all’applicazione sui tessuti umani in quanto ne “simula” l’elasticità. Nel corso degli anni l’uso del cerotto “taping” è andato quindi spostandosi dall’ambito sportivo a quello riabilitativo in senso ampio. Attualmente si stima che solo il 20-25% circa dei taping neuromuscolari venga usato da atleti veri e propri, tutti gli altri sono uomini e donne magari sedentari ma che hanno compreso quanto il cerotto riesca ad assisterli nelle loro problematiche muscolari e tendinee.
Caratteristiche ed applicazione del taping
Il materiale che compone il cerotto è stato appositamente scelto affinché la pelle possa traspirare; ciò permette due vantaggi:
· minore fastidio causato dal cerotto, che non fa sudare la pelle in modo fastidioso ed imbarazzante
· mantenimento del cerotto in sede proprio grazie all’assenza del sudore, che tenderebbe a far staccare il cerotto od a spostarlo rendendolo meno efficace
Per quanto riguarda la sua applicazione, il fisioterapista controllerà che la pelle sia asciutta, pulita e soprattutto depilata, in modo che il taping possa aderire perfettamente. Pensate che l’adesivo, pur essendo rispettoso del ph naturale della pelle, è così potente da rimanere in sede per molti giorni, addirittura una settimana. Inoltre sopporta molto bene l’acqua perciò non impedirà di farsi una doccia od un bagno.
Riguardo la forma dell’adesivo, sappiamo che esso può essere tagliato come si preferisce, ma quali sono le forme più adatte alle varie parti anatomiche del nostro corpo?
Partiamo dalla colonna vertebrale: per quest’area così ampia non basterà ovviamente un singolo cerotto e si preferirà incrociarne parecchi, ottenendo così un risultato massivo e sicuramente efficace.
Per l’avambraccio ed il delicato polso si consiglia una forma detta ad Y.
La forma a L o a X è particolarmente adatta per le spalle mentre il ginocchio viene assistito con una forma che sarebbe piaciuta a spiderman: la ragnatela; i cerotti sono ritagliati in strisce molto sottili e molto lunghe ed incrociate fra loro fino a formare appunto una sorta di ragnatela che avvolge e sostiene la delicata rotula.
Interessante è anche l’uso di colori diversi per ottenere risultati differenti:
esistono cerotti di colore blu scuro, il cui scopo è di riflettere le radiazioni del sole in modo da mantenere il cerotto fresco. Ovviamente essi sono particolarmente utili nel periodo estivo, quando il sole inevitabilmente provocherebbe un eccessivo aumento di temperatura sul cerotto ed una conseguente fastidiosa sudorazione. Nel periodo invernale invece è probabile che trovino maggior utilizzo i cerotti di colore fucsia, che attraggono le radiazioni solari e donano una piacevole sensazione di calore, particolarmente apprezzata nelle freddi giornate di Dicembre o Gennaio.
Nel caso in cui si desideri qualcosa di più discreto, esistono in commercio anche dei taping neuromuscolari di colore simile alla carnagione umana, particolarmente adatti a chi lavora a contatto con il pubblico (ad esempio in uffici pubblici, ristoranti od hotel) e non desidera dei colori eccessivamente vistosi.
I numerosi usi del taping neuromuscolare
Risulta quasi sorprendente elencare i numerosi usi del taping neuromuscolare. Esistono infatti quattro macroinsiemi, ognuno dei quali composto da numerosi sottoinsiemi, per un totale di dozzine e dozzine di usi differenti.
I 4 campi di azione principali sono, in questo momento, i seguenti:
· campo articolare
· campo cutaneo
· campo muscolare
· campo linfatico
Partiamo dal campo articolare, quindi da tutte le articolazioni del nostro corpo. Come sappiamo molte problematiche delle articolazioni nascono da spasmi e retrazioni dei muscoli. I cerotti riescono a normalizzare il tono muscolare che, quasi “magicamente”, farà diminuire le sensazioni di dolore rendendo quindi più rapido ed efficace il recupero in seguito ad un infortunio.
Riguardo il campo cutaneo (che riguarda cioè la pelle), il taping neuromuscolare riesce grazie alla sua particolare forma e grazie agli stimoli ad essa collegati a mettere in moto il sistema analgesico del nostro corpo, che naturalmente diminuirà il dolore alla pelle. Non ci sarà bisogno quindi di analgesici chimici, di medicinali… niente di tutto ciò. Ciò che è sorprendente è che l’effetto analgesico, cioè antidolorifico, arriva a produrre degli oppioidi endogeni cioè a comportarsi quasi come una “droga”, però totalmente naturale ed innocua.
Nel caso della muscolatura, il cerotto segue il movimento del muscolo o, se necessario, lo blocca nel caso tale movimento sia controproducente. Il corpo comunque non sarà mai davvero impedito nel movimento: anche nei casi in cui alcuni movimenti dei muscoli non saranno accessibili sarà sempre possibile effettuare dei movimenti alternativi e, questi sì, sicuri per il nostro organismo.
Nell’ambito linfatico il cerotto è molto utile ma solo durante il movimento. Dobbiamo pensare che il cerotto funziona infatti come una sorta di ventosa e tende a sollevare la pelle ogni volta in cui camminiamo, corriamo o semplicemente muoviamo braccia e gambe. Il sollevamento della pelle coadiuva il drenaggio dei liquidi extracellulari, garantendo così un miglioramento del flusso linfatico. Ma qual è la forma più adatta per questo particolare uso del cerotto? Dopo molti tentativi di “taglia e cuci” si è arrivati alla conclusione che la forma migliore per praticare il cosiddetto “linfotaping” sia quella a ragnatela, che già abbiamo visto nell’applicazione sulle ginocchia.
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